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Mercato Europa 2020, si torna al ‘94

24/01/2021 – C’era d’aspettarselo che il bilancio delle immatricolazioni auto europee del 2020 sarebbe stato catastrofico. Sì perché nell’Europa Occidentale (Ue+Efta+Uk) resta sul terreno il 24,3 per cento di vetture targate in meno, stante gli 11.961.182 libretti emessi: praticamente quanto succedeva addirittura nel lontano 1994. Della serie ‘mal comune mezzo gaudio’, le immatricolazioni chiudono però in un profondo rosso in tutti i trenta paesi dell’area considerata, con un calo massimo del 42,8 per cento in Croazia. Il risultato ‘migliore’ è della Germania, che chiude con una contrazione del 19,1 per cento, grazie alla riduzione temporanea dell’Iva nel secondo semestre. Secondo peggior risultato per la Francia, con un meno 25,5 per cento. Al terzo posto ci siamo noi, stante una contrazione dell’immatricolato del 27,9 per cento, che porta l’Italia a un livello immatricolazioni da Anni ’70. La Gran Bretagna porta a casa un calo percentuale del 29,4, mentre la Spagna termina a meno 32,3 per cento.

Le prospettive per il 2021 restano al momento fortemente negative, sia per l’andamento della pandemia sia per l’esaurirsi nel 2020 degli incentivi. Unico spiraglio di luce, la forte crescita di auto elettrificate (pur sempre con quote totali minime), cui si contrappone però la grande difficoltà del diesel, ingiustamente accusato di colpe che non ha, almeno nelle ultime versioni Euro 6d-Temp.

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