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Mercato auto in sofferenza

4/06/2020 – Nonostante le concessionarie abbiano rialzato le serrande, a maggio il mercato dell’auto in Italia ha registrato un nuovo tonfo con un livello di immatricolazioni dimezzato rispetto allo stesso mese di un anno fa: secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ci si è fermati a 99.711 unità contro le 197.881 di maggio 2019. Non si salva nessun canale di vendita: i privati archiviano un meno 35 per cento, le società un meno 57 e il noleggio addirittura un meno 69 per cento.

Il consuntivo dei primi cinque mesi è di 460.000 unità, meno 50,4 per cento su gennaio-maggio dello scorso anno. Numeri che preoccupano tutti gli attori della filiera.

 “Il dato di maggio – ha commentato Michele Crisci, presidente dell’Unrae – conferma la gravità della crisi senza precedenti che sta attraversando il settore. Il sistema della distribuzione auto resta attanagliato da una grave crisi di liquidità, appesantito da centinaia di migliaia di veicoli fermi nei piazzali e con le risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità ancora impigliate nella burocrazia e bloccate all’interno del sistema bancario. D’altra parte, la mera riapertura dei concessionari non basta a far ripartire la domanda, con famiglie e imprese prostrate dal crollo dell’attività economica e con un futuro quanto mai incerto e fosco. Testimonianza ne sono i dati raccolti a fine maggio che parlano di un calo degli ordinativi di circa il 60 per cento rispetto a maggio dello scorso anno. Nell’assoluta, incomprensibile sordità e indifferenza della classe politica è sempre più grande il rischio di chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione auto, che si accompagnerebbe drammaticamente alla scomparsa di decine di migliaia di posti di lavoro.”

Da Unrae è giunto, quindi, un nuovo grido di allarme e la richiesta al Governo di provvedimenti immediati che possano dare ossigeno al settore strategico non solo in termini di generazione del valore  e occupazione, ma anche di gettito erariale con 80 miliardi nell’ultimo anno, indotto incluso.

“I lavoratori e le loro famiglie, le imprese, l’intero settore auto e il Paese – ha sottolineato Crisci - non possono aspettare i tempi dell’European Recovery Fund, ora presentato come la panacea di tutti i mali. Chiediamo al governo l’adozione di un intervento 'verticale', con misure specifiche per il settore automotive, che includa un programma strutturale teso a facilitare il ricambio del vetusto parco circolante, pericoloso sia per l’ambiente sia per la sicurezza dei cittadini. Chiediamo un regime fiscale pari a quello degli altri paesi europei a partire dalla detrazione dell’Iva sulle auto aziendali al 100 per cento. Chiediamo inoltre che il sistema bancario trovi forme e modi di accelerare l’erogazione alle imprese della filiera distributiva automotive delle sempre più vitali risorse rese disponibili dal Decreto Liquidità”.

La crisi non sembra frenare la crescita delle vetture con motorizzazioni alternative: le ibride a maggio hanno messo a segno un più 18 per cento e le elettriche un più 55,0 raggiungendo, rispettivamente, una quota del 12,5 e dell’1,8 per cento. Benzina, diesel, gpl e metano vedono tutte un calo intorno al 50 per cento.

Infine, l’usato. Nel quinto mese dell'anno i trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture sono stati 206.967, il  45 per cento in meno di un anno fa. Nei primi cinque mesi dell’anno il settore ha accusato una flessione del 43 per cento.

 

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