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Nulla di fatto

Si è tenuto a Bruxelles il Dialogo strategico UE sul futuro dell'industria automobilistica europea per rivedere i target di riduzione delle emissioni di CO2 che, però, si è concluso con un nulla di fatto. Non si sono fatti attendere i commenti degli attori del settore, a partire da Federauto. “L'incontro tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e i vertici dell'industria automobilistica europea – ha sottolineato il presidente Massimo Artusi - è stato francamente deludente rispetto alle attese. In sintesi, da una parte la Commissione ha assicurato che sosterrà la creazione di un segmento di piccole E-car, dall'altra i costruttori hanno continuato a invocare più infrastrutture di ricarica e più incentivi per l'acquisto. Non sembrano esserci grandi novità rispetto alla richiesta, anticipata dall'ACEA alla vigilia, di ‘un approccio politico pragmatico, più flessibile e tecnologicamente neutrale alla decarbonizzazione del trasporto stradale’”.

Eppure la neutralità tecnologica deve rimanere per Federauto la parola d’ordine.

“Perché – ha ribadito Artusi - è quello che chiede il mercato. Ma proprio i concessionari - che sul territorio sono più a contatto di tutti con i cittadini europei e costituiscono un segmento della filiera indispensabile a far funzionare il sistema - vengono sistematicamente evitati dalle consultazioni dai decisori di Bruxelles. Anche la maggiore attenzione promessa su furgoni e camion, separandone il destino dalle automobili è ancora vaga e inconsistente. A fronte di percentuali di mercato irrisorie in questi due settori, l'attenzione richiesta sembra essere orientata unicamente sulle condizioni abilitanti dimostrando grossolana ignoranza sul funzionamento e sulla strumentalità di questi segmenti».

 

Anche Anfia si è espressa a riguardo.  “Crediamo necessario avanzare proposte concrete per la revisione dei target di CO2 – ha dichiarato il presidente Roberto Vavassori - anzitutto per il triennio 2025- 2027, per il quale vanno ridefiniti i target per gli LCV; per mantenere gli attuali utility factor dei veicoli plug-in; rivedendo, innalzandoli, i limiti previsti al 2030 ipotizzando un loro innalzamento a 75-80 g/km di CO2 e infine, per il 2035, prevedendo fin d’ora un’estensione fino a 5 anni del tempo per adeguarsi ai target e una quota fino al 25% di veicoli non BEV, monitorando ogni biennio i progressi sul campo come previsto dal regolamento attuale”.

Anfia, in nome dell’industria automotive europea, si è impegnata a condividere con la Commissione UE, entro fine anno, delle proposte specifiche e concrete per rivedere i target di riduzione delle emissioni di CO2 a partire dal triennio 2025-2027 e per il 2030 e 2035, con tre corsie separate per auto, veicoli commerciali leggeri e veicoli industriali e per riacquisire una sovranità tecnologica libera da dipendenze e per creare un argine regolamentare alla pressione derivante dalla disparità competitiva dell’industria europea rispetto ai competitor asiatici.

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