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Un bancomat per lo Stato

27/07/2015 - Nonostante i tantissimi appelli lanciati da tutto il mondo dell'auto in Italia il carico fiscale sugli automobilisti non si è certo alleggerito. Anzi… Nel 2014 l'automotive ha versato nelle casse dello Stato 71,6 miliardi di euro, l'1,7 per cento in più dell'anno precedente, pari al 16,8 per cento del gettito complessivo.

"Alla perdita di capacità di spesa da parte degli italiani - ha commentato Roberto Vavassori, Presidente di Anfia. - si è reagito, in questi anni, con l'inasprimento delle imposizioni fiscali sull'auto. Dal 2014, si intravedono i primi segnali di ripresa del mercato e il gettito ha continuato a crescere. Se questo trend prosegue, gli introiti provenienti dal settore continueranno a lievitare in concomitanza con la ripartenza della domanda di auto, quando, invece, occorrerebbe riequilibrare alcune voci di spesa, ad esempio le accise sui carburanti e, più in generale, la tassazione sull'utilizzo dei veicoli, coerentemente con il criterio 'chi più inquina paga'."

Guardando alle diverse voci di prelievo fiscale si vede che al primo posto ci sono i carburanti (37,0 miliardi di euro), seguiti dall'Iva sulle operazioni di manutenzione e riparazione nonché sull'acquisto di ricambi e pneumatici (9,27 miliardi), dal bollo auto (6,10 miliardi) e dall'Iva per l'acquisto degli autoveicoli e i diritti di motorizzazione. Elevato anche il gettito proveniente da parcheggi e contravvenzioni (5,4 miliardi) e quello per i premi assicurativi (4,23 miliardi). Attraverso i pedaggi autostradali, infine, sono giunti nelle casse dello Stato 1,86 miliardi di euro, con l'imposta provinciale di trascrizione 1,37 miliardi e con i lubrificanti 0,91 miliardi. Ad essere aumentato nell'ultimo anno è stato soprattutto il gettito derivante dal bollo (+6,4 per cento) e dai pedaggi autostradali (più 6,3 per cento). In discesa, invece, del 6 per cento quello legato ai premi assicurativi.