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A gonfie vele. A meno che…

5/10/2015 - Mercato in ripresa, quello della autovetture in Italia. Nel nono mese dell'anno le immatricolazioni sono volate a quota 130.071 unità segnando un più 17,2 per cento rispetto a settembre 2014. I primi nove mesi dell'anno, stando ai dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si chiudono quindi con 1.196.270 registrazioni, il 15,3 per cento in più del periodo gennaio-settembre dell'anno precedente.

Il migliorato quadro macroeconomico degli ultimi mesi, che vede consumi in aumento e una leggera diminuzione del tasso di disoccupazione, accompagnate da un incremento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, sembra proprio essersi fatto sentire sulla domanda. In particolare, crescono a doppia cifra gli acquisti dei privati grazie anche alle azioni commerciali promosse dalla case costruttrici che tornano a pesare per un 67,2 per cento e quelli del noleggio, soprattutto a lungo termine. Non performano altrettanto bene le aziende che nei primi nove mesi dell'anno hanno contribuito ai volumi totali con un 18,5 per cento.

"Siamo di fronte a segnali incoraggianti - ha detto dichiarato Nordio Presidente dell'Unrae, l'Associazione delle Case Automobilistiche estere - capaci finalmente di alimentare una spirale positiva di propensione alla sostituzione dell'auto, soprattutto in ragione della vetustà del parco circolante. Resta aperto il tema delle vendite a società che ristagnano con modeste performance, sintomo di una sofferenza fiscale ancora forte da parte delle piccole e medie aziende."

I trasferimenti di proprietà, comprensivi delle minivolture), nel mese sono cresciute del 7,4 per cento, mantenendo lo stesso ritmo, quindi, dei mesi precedenti. Da gennaio a settembre i trasferimenti sono stati 3.310.491, più 7,9 per cento rispetto allo stesso periodo 2014. Un 2015 destinato a chiudersi con risultati al di sopra delle aspettative? Molto dipende da come si evolverà la vicenda Volkswagen, marchio che in Italia ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con uno share del 7,61 per cento, a cui bisogna sommare il 3,55 per cento di Audi, lo 0,99 di Skoda e lo 0,96 di Seat. Il Gruppo, insomma, pesa per un 13,0 per cento.

E a proposito della vicenda dieselgate e delle sue possibili ricadute sull'intero comparto dell'auto si è espresso il presidente di Anfia, Roberto Vavassori. "I fatti degli scorsi giorni e il successivo battage mediatico - si legge in una nota - ci inducono a richiamare all'attenzione alcuni concetti. Sicuramente si tratta di individuare chiaramente le responsabilità dell'accaduto, senza per questo stigmatizzare tutta la categoria dei Costruttori di autoveicoli. Teniamo a ricordare che dal 1° settembre 2015 è obbligatorio mettere in commercio auto nuove esclusivamente di classe Euro 6 che, sia per quanto riguarda i modelli diesel che per i modelli a benzina, non sono assolutamente toccate dal problema del software Volkswagen. Non dev'essere demonizzata un'intera tecnologia - quella del diesel di ultima generazione - che fa capo a un'importante filiera produttiva e di ricerca. Qualunque allarmismo relativo ai veicoli di nuova produzione è del tutto ingiustificato e rischia di minare la competitività del settore automotive europeo, un'importante industria che investe annualmente circa 40 miliardi di Euro in R&D, perlopiù per il potenziamento della sicurezza e delle performance ambientali dei prodotti, e che conta circa 12 milioni di addetti diretti e indiretti. In Italia, dove il comparto sta agendo da traino nella graduale ripresa dell'economia, i numeri parlano di 3 miliardi di investimenti annui in R&D e di 1,2 milioni di occupati."

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