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I 160 anni del motore a scoppio (italiano)

14/06/2013 - Era il 6 giugno del 1853 quando Eugenio Barsanti e Felice Matteucci all'Accademia dei Georgofili di Firenze depositarono il documento di registrazione del motore a scoppio. L'Italia non era ancora unita e non esisteva un ufficio brevetti. Sarà anche per questo i due toscani non divennero famosi come i colleghi Nikolaus Otto e Eugen Langen, considerati universalmente i fautori dello sviluppo dell'automobile.

160 anni dunque per il motore a scoppio. Tutto però iniziò dieci anni prima, in un'aula del collegio San Michele di Volterra, dove Padre Eugenio Barsanti era insegnante di fisica. Qui condusse un esperimento sulla possibilità di trasformare uno scoppio (ottenuto in quel caso infiammando del gas) in forza meccanica. L'idea oltrepassò i confini della scuola e della cittadina accogliendo la collaborazione dell'ingegnere lucchese Felice Matteucci. Insieme i due pionieri svilupparono una macchina capace di ripetere ciclicamente la trasformazione e ottenere così una costante erogazione di forza. Secondo gli intenti iniziali dei suoi inventori, il motore avrebbe dovuto servire da propulsore del battello ''Il veloce'' della Compagnia di navigazione Lariana di Como. Ne vennero costruiti due. Il primo da 20 Cv non fu in grado di fornire le prestazioni richieste, il secondo da 8 Cv ebbe un discreto successo, tanto da portare alla nascita della "Società anonima del nuovo motore Barsanti e Matteucci" nel 1859.

 

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