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Vendite in calo? Colpa della generazione N

6/10/2012 - Non è solo la crisi a spingere verso il basso la domanda di autovetture. A contribuire sono pure i mutamenti dei trend demografici. In altre parole le quattro ruote non sono viste come una priorità dai più giovani. Valutazioni che emergono dal Rapporto Automotive 2012, una ricerca condotta negli Stati Uniti dalla società di consulenza AlixPartners.

Se per nonni e genitori la vettura ha rappresentato uno status symbol nonché l'indipendenza e la libertà, per i figli è esclusivamente uno strumento per muoversi. E piuttosto che investire sull'auto preferiscono dotarsi di apparecchiature elettroniche all'avanguardia, tablet e smartphone che consentono di essere sempre connessi con il mondo.

"Complessivamente - evidenzia Giacomo Mori, Director di AlixPartners - i cambi generazionali sono considerati responsabili fino al 15 per cento della diminuzione della domanda di auto nel Nord America. La 'Generazione N' - dove N sta per Neutral about driving - potrebbe rivelarsi come un fattore determinante nella riduzione della domanda. I 'Millenials' (nati tra anni '90 e 2000) e altri giovani hanno meno interesse per l'auto rispetto alle generazioni passate, mentre i 'Baby Boomers' ('45 -'64), invecchiando, hanno semplicemente meno motivi per guidare".

 Un trend già in atto anche in Italia. I dati elaborati da Task Force dell'Automotive (un team di economisti, giornalisti, docenti universitari e manager all'interno di Amoer - Associazione per una Mobilità Equa e Responsabile la crisi del mercato automotive) attestano come ad oggi il 70 per cento della popolazione sia ormai connessa.

 "Se rapportiamo questi dati sull'aumento dei consumi digitali con il calo delle visite nelle concessionarie, l'aumento indiscriminato delle tasse sulle quattro ruote e dei costi per il suo mantenimento e con la tendenza ormai diffusa dei maggiorenni a prendere la patente ben oltre i 18 anni - ha commentato Pierluigi Bonora, Presidente di Amoer - appare chiaro come anche in Italia per i giovani nati tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila l'auto non costituisca più una priorità e lo strumento ineludibile di mobilità e libertà individuale. L'esigenza di connessione simultanea e continua ha posto l'auto e la mobilità, più in generale, in secondo piano."

È la fine di un'epoca per l'auto? Certamente no ma occorre che la filiera corra subito ai ripari per evitare di trovarsi drammaticamente spiazzata. Con modelli infarciti di tecnologia, una sorta di tablet su quattro ruote.

Il consiglio per gli operatori del settore? Rimanete sempre connessi e apritevi alle nuove tecnologie.

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